Józef Czapski
La morte indifferente. Proust nel gulag, prefazione di È. de la Héronnière, postfazione di G. Herling, traduzione di M. Zemira Ciccimarra, L’ancora del Mediterraneo, Napoli 2005
... è una piccola perla, metafora del valore salvifico dell’arte che restituisce agli uomini la dignità negata e calpestata dalla guerra, una conversazione tra popoli, letterature, idee, simbolo del superamento delle differenze in nome di un dialogo intellettuale di stampo squisitamente transnazionale. Lo stesso Czapski è un tipico esempio di questa fusione culturale: nato a Praga da una famiglia aristocratica polacca, vissuto a lungo tra San Pietroburgo, Cracovia e Parigi, pittore, scrittore e pubblicista in polacco e francese, è un umanista a tutto tondo dall’intelligenza sincretica che scavalca i rigidi confini tra discipline, estetiche e campi di sapere. Sincero pacifista, venne però arruolato al tempo della seconda guerra mondiale. Fu uno dei pochissimi - poco più di quattrocento - a scampare al massacro di Katyń, una delle pagine più tristi della storia russo-polacca, quando i sovietici uccisero circa quindicimila ufficiali polacchi, il fior fiore dell’intellighenzia del paese, nascondendone poi i cadaveri e negandone a lungo la responsabilità.
(Recensione di Alessandro Amenta), eSamizdat 2005 (III) 2-3, pp. 539-541, Scheda in: http://www.esamizdat.it/recensioni/amenta7.htm
Internato nel campo di Starobielsk, legato alla lugubre tragedia di Katyn’, Czapski è uno dei pochi ufficiali dell’esercito polacco a scampare alle esecuzioni. Trascorre diciotto mesi nei campi di prigionia sovietici, esperienza che descriverà successivamente in due opere fondamentali, Souvenirs de Starobielsk e Na nieludzkiej ziemi. Viene liberato nel 1941 ed entra nel Corpo d’armata del generale Anders (come anche Gustaw Herling-Grudzinski, che firma un breve saggio inserito in questo libro)... L’episodio al quale è legato questo breve e brillante saggio su Proust è legato alla permanenza dell’autore nel campo di Griazowietz, vicino Vologda, nel quale alcuni prigionieri polacchi avevano organizzato delle conferenze dedicate agli argomenti più disparati, preparate solo sulla base di ricordi e di dati mandati a memoria.
(Recensione di Lorenzo Pompeo), eSamizdat 2005 (III) 2-3, p. 541
Scheda in: http://www.esamizdat.it/recensioni/pompeo8.htm
giovedì
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento