giovedì

Più Europa, meno divario Est-Ovest

L’Unione europea è un bluff? L’europeismo è solo ideologia? No – per quanto mi riguarda
di Paolo Morawski
InEurop@ Quindicinale, 14 marzo 2006
L’Unione europea è un bluff? L’europeismo è solo ideologia? No – per quanto mi riguarda. Al contrario trovo l’Europa fin qui costruita positiva, vantaggiosa, conveniente, nel mio (nostro) interesse. Anzi, vorrei più Europa nel perimetro quotidiano: dalle previsioni del tempo alle discussioni a tavola, dal modo in cui muovono i primi passi a scuola i miei figli più piccoli al modo in cui vivono e ragionano i più grandi. Ma le percezioni e i punti di vista individuali non coincidono per forza con il sentire generale, con le traiettorie epocali, con le congiunture mediatiche. In misura corposa governi, classi politiche, élite intellettuali e professionali, ambienti dell’informazione e della comunicazione, nonché lobby europee, stanno facendo di tutto perché l’unificazione continentale risulti svantaggiosa, sconveniente, pericolosa, inutile, anzi dannosa per il nostro (mio) interesse. Dunque: da disfare, per non dire sfasciare, quindi archiviare.
... Finita la guerra fredda, la novità di questi ultimi anni è il proliferare di nuovi raggruppamenti sulla mappa concettuale dell’Europa – donde la difficoltà a orientarsi nell’odierno contesto di sfide della planetarizzazione. In mezzo secolo è aumentato più volte il numero dei paesi membri della Comunità. Ogni volta sono mutati perimetri e baricentri. Vi sono stati spostamenti di direzione (verso nord, nordovest, verso sud, verso est, sud-est). Ex periferie sono diventate centrali e aree esterne si sono trovate in posizione periferica. Cambiando i riferimenti e i rapporti di scala, anche oggi con l’ultimo allargamento emergono inedite subgeografie regionali (culturali, economiche, sociali, politiche). Queste entità supranazionali o macroregioni sono insiemi tendenzialmente coerenti che disegnano nuove geometrie e che necessitano pertanto di appropriata attenzione cartografica. Alcune linee divisorie nascono da sfide epocali (per esempio l’autosufficienza versus la dipendenza energetica) o da scelte geopolitiche (per esempio pro o contro la guerra in Iraq). Altri elementi di differenziazione sorgono dal funzionamento stesso dell’Ue: con o senza l’euro, dentro o fuori lo spazio di Schengen. Alcuni sottogruppi affondano nel mito: così la Mitteleuropa. Altre delimitazioni risultano da fratture più profonde: tra polo baltico e polo mediterraneo; tra cattolicesimo e protestantesimo o tra cattolicesimo e ortodossia. Altre divisioni infine residuano dalla guerra fredda della seconda metà del Novecento: così il divario Est-Ovest di cui uno dei lasciti negativi è il “divario della memoria” ovvero il perdurare di una cortina di ferro conficcata nella testa degli europei.

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